Monte Girella

Sul più alto dei monti Gemelli, il Foltrone può aspettare.


Bella escursione alla scoperta del Monte dei Fiori con un lungo tragitto attraverso ambienti vari ed interessanti per raggiungere la cima più alta di questa propaggine al limitare del parco Gran Sasso-Laga; sentieri di montagna con vista verso il Mare Adriatico per praterie d’alta quota dove si incontrano alcune caratteristiche capanne in pietra, testimonianza superstite di un’antica civiltà agro-pastorale. Il punto di inizio del sentiero sarebbe la piccola cappella di San Giovanni qualche chilometro oltre il borgo di Ripe di Civitella percorrendo la SP 53; alla data (agosto 2017) la strada è interrotta a monte del paese a causa di una vasta frana e quindi si deve lasciar l’auto un pò prima della chiesina: poco oltre il km 5 in corrispondenza di un tornante vi è un ampio spiazzo dove si può parcheggiare all’ombra di una grande quercia, oltre l’asfalto diviene dissestato e tratti di carreggiata sono sprofondati. Lasciata l’auto si prosegue lungo l’asfalto per poche centinaia di metri fino a notare sulla sinistra un evidente sentiero che si inoltra nella macchia: è una scorciatoia che in pochi minuti e senza esitazioni conduce direttamente ad una radura dove si intercetta il sentiero principale che proviene dalla cappella di S. Giovanni (segnavia bianco/rosso sugli alberi) che si imbocca verso sinistra. Proprio di fronte alla radura si nota un vasto brecciaio lungo il quale si inizia a salire con un lungo traverso su fondo un pò sconnesso all’inizio ma che ben presto diviene comoda mulattiera all’ombra di un fitto rimboschimento di abeti; si procede con pendenza costante dentro il bosco che a tratti si dirada concedendo qualche prima visuale sugli ambienti circostanti. La mulattiera termina alla quota di 1.100 metri in uno spiazzo aperto da dove un terrazzamento roccioso offre un bel panorama sulle gole del Salinello e verso le pendici boscose del Foltrone, sulla destra in alto è visibile la mole del Monte Girella di cui già si intravede la grande croce bianca di vetta. Da questo punto il sentiero riprende evidente alle spalle del terrazzo roccioso e subito si rientra nella boscaglia di faggi via via sempre più fitta (la traccia è sempre evidente e si incontrano segni a terra e sugli alberi); si continua a prendere quota con pendenza costante alternando alla faggeta qualche radura dove il sentiero si perde un pò ma in ausilio vi sono degli ometti ben visibili ad indicare la via. Dopo circa mezz’ora di cammino dal punto panoramico si giunge ad un bivio contrassegnato da due ometti: prendendo il ramo di sinistra (segni azzurro-arancione a terra) si sale direttamente verso la base della cresta est mentre andando a destra (segni bianco-rosso su alberi) si prosegue fino alla località denominata “I Casali”: per realizzare un giro più completo senza comunque allungare di molto vale la pena percorrere tra l’andata ed il ritorno entrambi i tratti di sentiero. Proseguendo sul ramo di destra si cammina ancora per poco nel bosco per uscirne definitivamente a quota 1.350 proprio di fronte ad una capanna in pietra in buono stato di conservazione, sulla destra più in alto già si intravede la palina segnaletica della località I Casali che si raggiunge a vista per prati. Accanto alla palina sono (o meglio è quel che resta) tre capanne di pietra che furono ristrutturate anni fa ma che ora purtroppo versano in stato di avanzato abbandono: il luogo è comunque carico di suggestione al pensiero delle attività agro-pastorali che per lungo tempo si sono alternate nella buona stagione nei vasti pascoli attorno a queste anguste e semplici dimore. Da I Casali guardando a sud si nota un po’ più in alto la palina segnaletica alla base della ripida cresta est del Monte Girella che si raggiunge in breve procedendo a vista per prati; arrivati al punto di incrocio di sentieri si può scegliere di salire sulla cima percorrendo direttamente la cresta (croce di vetta ben visibile da questo punto) oppure avviarsi in direzione del Lago per poi guadagnare la cima salendo dal versante opposto della montagna. Ho optato per quest’ultima via, anche perché curioso di percorrere subito il lungo traverso che aggira in piano la base del Monte Girella con viste notevoli verso le gole del Salinello: ed infatti si tratta di una camminata molto appagante, panoramica, lungo una comoda traccia sempre sospesa a mezza costa tra la mole incombente del Monte Girella, rocciosa su questo versante, ed il susseguirsi di ripidi canaloni che precipitano nelle gole sottostanti senza che se ne possa vedere la fine. Dopo un’ora circa di cammino (immancabili le numerose soste lungo il percorso per ammirare i panorami) si giunge al pianoro dove è situato il piccolo lago che nonostante non piova da mesi presenta incredibilmente ancora qualche traccia di acqua .. certo l’immagine è ben lontana dal caratteristico, perfetto cerchio blu che si vede nelle fotografie; il luogo è comunque molto bello: siamo su di un’ampia balconata con affaccio sulla valle sottostante e verso la lunga teoria delle cime della Laga. Il lago si trova su un pianoro ad oltre 1.600 metri di quota e pertanto il dislivello che ancora rimane da coprire per giungere in vetta è ormai assai poco: si procede con salita graduale su di un lungo traverso da cui si ha una bella vista d’insieme sul pianoro in cui è situato il laghetto, fino a raggiungere un avvallamento proprio sotto la cima tondeggiante del Monte Girella dove campeggia la grande croce bianca (ed anche una stazione di impianti radio abbandonati a terra .. quel che basta per deturpare un poco il contesto). Dalla vetta il panorama è notevole e merita una lunga, doverosa sosta: non vi sono infatti ostacoli attorno per cui la vista spazia molto lontano in ogni direzione, verso il Mare Adriatico, il Gran Sasso e la Laga e sulla cima del Foltrone appena più in basso lì accanto. Per la via di discesa dalla cima la scelta è libera, ci si può tenere sul filo del ripido crinale oppure girovagare e traversare per per i vasti prati del versante est della montagna fino a riportarsi alla palina segnavia incontrata all’andata (“Cresta Est”) da dove si punta direttamente in basso verso il bosco seguendo qualche segno a terra ed alcuni ometti, l’ultimo dei quali è proprio in corrispondenza dei primi alberi per indicare con certezza il punto in cui si deve imboccare il sentiero. Rientrati nella faggeta si procede con discreta pendenza in direzione est (qualche segno azzurro-arancione un pò stinto a terra) fino a ritrovare il bivio con i due ometti incontrato all’andata: di qui si riprende il ramo di sentiero verso destra che si percorre in discesa per tornare sui propri passi e completare così questa bella escursione.